TikTok si difende dalle accuse USA, mentre Instagram lancia il suo clone in India

Le dichiarazioni rilasciate dal segretario di stato USA, Mike Pompeo, non sono affatto piaciute a TikTok.
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Il social cinese ha voluto replicare immediatamente all’esponente del governo statunitense, che aveva accusato TikTok di fornire informazioni al Partito Comunista Cinese: motivo che starebbe spingendo l’amministrazione Trump a valutare la possibilità di un “ban” negli USA per la piattaforma.
Un portavoce di TikTok ha spiegato che il social non fornisce alcun dato o informazione al governo cinese, smentendo quanto dichiarato da Pompeo.
“TikTok è guidata da un ad (amministratore delegato, ndr) americano, con centinaia di impiegati e figure chiave per quanto riguarda la sicurezza, la protezione, il prodotto e le politiche pubbliche, che operano negli Stati Uniti – ha detto il portavoce del social – La nostra priorità assoluta è promuovere un’esperienza sicura e un luogo protetto per i nostri utenti”.
“Non abbiamo mai fornito dati degli utenti al governo cinese, né lo faremmo in caso di richiesta”, ha poi aggiunto.
Nel frattempo in India è nato quello che viene descritto come “il clone di TikTok”. Dopo il blocco decretato dal governo indiano nei confronti del social cinese, Instagram ha voluto cogliere la palla al balzo lanciando Reels, una funzione che consente di registrare video di circa 15 secondi con canzone in sottofondo.
Per ora è solo un test, ma l’impressione è che Instagram voglia lanciare Reels anche negli Stati Uniti e in Europa.