Black Lives Matter, un attivista ha rivelato 270 giga di file di FBI e polizia americana

Dietro un’enorme fuga di documenti online (circa 270 GB) sembra esserci un gruppo di “hacktivisti” di Black Lives Matter.
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I 270 GB riguardano quasi esclusivamente documenti segreti dei Dipartimenti di Polizia degli Stati Uniti, con elementi che riportano la dicitura “TOP SECRET”.
I documenti rilasciati contengono più di 20 anni di informazioni sulle forze dell’ordine, alcune potenzialmente sensibili.
Gli hacker, che sembra abbiano collegamenti con il movimento antirazzista protagonista delle proteste delle ultime settimane negli USA, hanno pubblicato le informazioni sotto il nome di “collezione BlueLeaks”. Questa raccolta sembra includere memo interni, documenti finanziari e altro ancora da oltre 200 agenzie statali, locali e federali.
La National Fusion Center Association (NFCA) ha confermato la fuga di dati il 20 giugno in una dichiarazione comparsa sul sito web KrebsOnSecurity.
Secondo l’organizzazione, i file vanno dall’agosto 1996 al 19 giugno 2020 e includono nomi, indirizzi e-mail, numeri di telefono, documenti PDF, immagini e un gran numero di file di testo, video, CSV e ZIP .
“La nostra analisi iniziale ha rivelato che alcuni di questi file contengono informazioni altamente sensibili come numeri di instradamento ACH, numeri di conti bancari internazionali (IBAN) e altri dati finanziari nonché informazioni di identificazione personale (PII), immagini di sospetti elencati in Richieste di informazioni (RFI) e altri rapporti delle forze dell’ordine e delle agenzie governative”, ha affermato l’organizzazione.
I documenti sono stati caricati nel progetto Distributed Denial of Secrets (DDoSecrets), un’alternativa a WikiLeaks piuttosto popolare tra gli hacktivisti.
I dati sembrano essere stati raccolti grazie ad una violazione che ha riguardato Netsential, una società di servizi web con sede a Houston che serve diverse agenzie di polizia statunitensi.