Che app usano i manifestanti negli Stati Uniti? Alla scoperta di Signal

Signal è un’app di messaggistica crittografata molto simile a WhatsApp che ha visto un aumento di utenti nei giorni scorsi a seguito delle proteste per l’uccisione di George Floyd.
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L’app è in circolazione dal 2015, ma è sempre stata “oscurata” da colossi come WhatsApp e Facebook Messenger. Signal è disponibile sia su telefoni Android e iOS sia su desktop e viene raccomandata da attivisti della privacy e della sicurezza (come Edward Snowden) proprio per l’alto livello di sicurezza che riesce a garantire.
Signal consente di inviare messaggi di testo, effettuare chiamate, trasferire file e documenti e condividere la propria posizione con crittografia end-to-end. Ciò vuol dire che nessuno, nemmeno l’app stessa, può registrare ciò che viene detto. A differenza di Facebook Messenger, ad esempio, Signal non raccoglie informazioni sui suoi utenti da utilizzare per la pubblicità. Inoltre, non consente ai governi o alle forze dell’ordine di accedere ai propri messaggi.
Signal è gratis, ma è necessario verificare il numero di telefono per poterla utilizzare: come avviene con WhatsApp, gli utenti devono inserire un codice inviato ai loro telefoni per attivare il proprio account. Una volta attivato, l’account richiede un codice PIN di 4 cifre per renderlo ancora più sicuro.
Questa settimana, in risposta alle proteste, Signal ha annunciato il lancio di un nuovo strumento che “offusca” i volti durante una videochiamata grazie all’intelligenza artificiale.