La realtà virtuale può essere usata come strumento di terapia per i molestatori

La realtà virtuale potrebbe diventare uno strumento di trattamento efficace per i molestatori.
Vuoi rimanere aggiornato su tutte le ultime news? Iscriviti al nostro canale Telegram!
E’ quanto emerge da un nuovo studio, dove viene evidenziato che la tecnologia della realtà virtuale (VR) aumenta l’identificazione con gli altri attivando le reti cerebrali chiave.
I ricercatori hanno quindi suggerito che potrebbe essere usata come strumento efficace nel trattamento dei molestatori, compresi quelli più violenti, in modo tale da spingerli ad identificarsi maggiormente con gli altri.
La principale autrice dello studio, la dott.ssa Aline de Borst, dell’University College di Londra, ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per monitorare l’attività cerebrale dei partecipanti mentre sperimentavano un’animazione in realtà virtuale di un uomo che abusava verbalmente di una donna, prendendo in esame il punto di vista della donna.
Prima di guardare la scena, alcuni partecipanti hanno seguito un “training” di realtà virtuale dove ci si “metteva nei panni” della donna: sono stati proprio loro ad entrare maggiormente in empatia con la vittima, identificando il corpo della donna come proprio e dimostrando un’attività cerebrale sincronizzata nello spazio personale e nelle reti di proprietà del corpo .
Un’esperienza di realtà virtuale in prima persona che fornisce un feedback multisensoriale può convincere il cervello a pensare che un corpo virtuale sia il proprio stesso corpo. Questo fa sì che il cervello reagisca agli eventi virtuali come se stessero accadendo nel mondo reale.
Comprendere il punto di vista di qualcuno è determinante per intraprendere relazioni interpersonali. Quando ciò non avviene in modo naturale, la tecnologia della realtà virtuale potrebbe essere in grado di aiutare il processo. I risultati dello studio sono stati pubblicati su eNeuro.