App Immuni, il Governo cerca di fare chiarezza: nessuna penalità per chi non la installa e privacy (forse) garantita

Non sono poche le polemiche che stanno accompagnando la realizzazione delle app di tracciamento contatti dei vari Governi, compreso quello italiano.
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Anche l’app Immuni, infatti, è stata criticata perchè non rispetterebbe la privacy: esattamente come le altre app di tracciamento contatti, anche Immuni si baserebbe su un sistema centralizzato, a differenza del sistema decentralizzato su cui stanno invece puntando Apple e Google per strutturare la loro applicazione.
Inoltre, nelle ultime ore era cominciata a circolare una voce che riguardava la “quasi obbligatorietà” dell’installazione dell’app. Non procedere all’installazione equivarrebbe a non potersi muovere liberamente, stando all’indiscrezione.
Voce che il governo ha voluto subito smentire: l’app non sarà obbligatoria, sebbene il suo utilizzo nella fase 2 (che dovrebbe partire il 4 maggio, salvo ulteriori proroghe del lockdown) venga considerato molto importante.
“Il tracciamento è necessario per evitare la diffusione del virus – ha detto il premier Conte al Senato – Ma il suo utilizzo sarà su base volontaria e non ci saranno limitazioni per chi non la scarica”.
Anche sulla privacy sono state fatte rassicurazioni. L’utilizzo del Bluetooth al posto del GPS è già una garanzia in tal senso, ma restano da capire un paio di questioni fondamentali.
La prima è relativa al codice dell’app: sarà open source o segreto? Inoltre, non è ancora chiaro su quale server verranno salvati i dati. Quesiti che attendono (ancora) risposte.
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