Coronavirus e app di tracciamento: le regole proposte / imposte da scienziati ed UE

Tra non molto verrà avviata la fase 2, ovvero quel lento ma costante ritorno alla normalità con delle regole che dovranno comunque continuare ad essere rispettate, a cominciare dal distanziamento sociale.
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Una delle caratteristiche di questa seconda fase dell’emergenza coronavirus sarà certamente l’app, o meglio, le app di tracciamento, che secondo gli scienziati devono essere distribuite ad una platea molto ampia di utenti (40 milioni per la nostra app Immuni, ndr).
Inoltre, gli scienziati sostengono che i dati dovrebbero essere distrutti “in pochi giorni” perchè permettono di ricostruire la rete delle frequentazioni personali di ciascuno. Deve quindi essere assicurata l’impossibilità che si verifichino “nuove discriminazioni” e l’accesso da parte di “altri soggetti della pubblica amministrazione”.
In più, l’app dovrebbe permettere di richiedere consigli e visite mediche, tampone e test.
Anche l’Unione Europea ha stabilito dei criteri ben precisi per le app di tracciamento. Il rispetto della privacy è certamente l’aspetto su cui si sta dibattendo maggiormente: l’UE chiede infatti che i dati raccolti vengano mantenuti totalmente anonimi. Inoltre, il Governo non deve imporre l’app ai cittadini: l’installazione di Immuni deve essere volontaria.
In più, sempre tornando alla privacy, l’Unione Europea chiede di utilizzare tecnologie che invadano il meno possibile: per questo motivo si preferisce Bluetooth (e non GPS).
Qui puoi trovare tutti gli aggiornamenti riguardanti le app di tracciamento del COVID-19