Coronavirus, dove scoppierà l’epidemia? Le previsioni di Google sui dati di ricerca

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Google potrebbe aiutare a capire dove scoppierà il prossimo focolaio di coronavirus.

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L’idea viene lanciata da Seth Stephens-Davidowitz, 37 anni, famoso per essere un autorevole scienziato dei dati ed economista, oltre che l’autore del best seller “Everybody Lies” venduto nel mercato italiano con il titolo “La macchina della verità”.

Secondo Stephens-Davidowitz, ogni giorno moltissime persone si recano su Google per cercare dettagli più concreti sul Covid-19. Tante di loro scrivono i sintomi sul motore di ricerca: “Difficoltà respiratorie”, ad esempio, uno dei sintomi più comuni del virus.

Ma c’è anche chi digita “I can’t smell”, ovvero “non riesco a sentire gli odori”, un’altra situazione tipica del coronavirus (riportata tra il 30 e il 60% dei casi infetti).

Dove è stato digitato più volte “I can’t smell” negli USA in questa settimana appena trascorsa? Specialmente a New York, la città più colpita dalla diffusione del Covid-19, ma anche in Louisiana e in Michigan.

Anche un informatico dell’University College di Londra, Vasileios Lampos, ricercatore, si è concentrato sulle ricerche dei sintomi su Google da parte degli utenti, riuscendo ad individuare alcuni focolai.

Ecco perchè queste ricerche su BigG possono aiutare gli scienziati a capire dove può svilupparsi il prossimo focolaio di coronavirus.

Ad esempio, l’Ecuador sembra avere molti meno casi di Covid-19 rispetto agli USA ma anche rispetto alla Spagna: tuttavia, gli utenti ecuadoriani cercano spesso su Google parole come febbre, brividi, diarrea e “non sento odore”. Gli esperti sono quindi in allerta.

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