Coronavirus: le infrastrutture possono reggere l’alto consumo di rete internet? La risposta

Le misure drastiche imposte dai vari governi per fronteggiare l’emergenza coronavirus hanno aumentato a dismisura il flusso nelle reti internet, tanto che in molti hanno cominciato ad allarmare sul rischio di un eventuale “collasso” del web.
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Il “lockdown” ha infatti costretto molte persone a lavorare tramite “smart working”, mentre gli studenti (compresi gli universitari) stanno utilizzando la didattica a distanza per seguire il programma. Inoltre, la “clausura” forzata spinge molte persone a passare il tempo lanciandosi in lunghe sessioni di gaming.
Alcuni giganti come Netflix, YouTube e Facebook hanno già provveduto a ridurre la qualità dei video per scongiurare la “saturazione” della rete. Ma c’è davvero il rischio che internet incorra in un pericoloso black out? Non fino a questo punto, almeno stando a quanto affermato all’ANSA da Antonio Capone, professore di Telecomunicazioni al Politecnico di Milano.
“Ci sono significativi aumenti di traffico sulle reti che possono provocare dei disservizi ma nulla di drammatico – spiega il docente – Con tutte le emergenze che abbiamo, da quella sanitaria a quella dell’economia futura, mi sentirei di scongiurare uno scenario apocalittico”.
Anche in Italia la situazione sembra lontana da un livello di rischio. E’ lo stesso professore ad affermare che c’è qualche preoccupazione in più sulle linee mobili in Lombardia, ma nessun allarme. “Siamo in grado di reggere – conclude – in questo momento ci si accorge dell’importanza di un settore massacrato come le tlc e di quanto è fondamentale per un paese”.