E’ diventato più facile craccare un iPhone rispetto ad un Android

Fino ad oggi la convinzione che gli iPhone fossero i telefoni più complicati da “craccare” era talmente radicata da non trovare praticamente contraddittorio.
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D’altronde, come ricorderanno molti utenti, la terribile strage di San Bernardino (California) del 2 dicembre 2015 non aveva fatto altro che rafforzare questa tesi: l’FBI dovette investire l’incredibile cifra di 1,3 milioni di dollari per ingaggiare degli hacker talmente esperti e preparati da riuscire a sbloccare l’iPhone 5C di proprietà di uno degli assassini.
Apple ha sempre posto la sicurezza davanti a tutto, tanto da arrivare a rifiutarsi di fornire informazioni persino all’FBI stessa. Al contrario, sempre fino ad oggi, gli smartphone Android venivano ritenuti più “vulnerabili” e maggiormente soggetti ad intrusioni malevole.
Tuttavia lo scenario sembra essersi capovolto, almeno stando a quanto affermato dal Dipartimento di Polizia di Forth Worth, in Texas. Il dipartimento sfrutta Cellebrite, una società che mette a disposizione dei servizi per craccare i dispositivi Android e iOS.
Ebbene, pare proprio che Cellebrite non sia in grado di estrarre dati da telefoni come il Google Pixel 2 e il Samsung Galaxy S9, ma anche da tablet come il Galaxy Tab S2. Addirittura, come riferito dal Dipartimento, lo smartphone Huawei P20 Pro risulterebbe praticamente inviolabile.
“Un anno fa non potevamo entrare negli iPhone, ma potevamo entrare in tutti gli Android. Ora non possiamo entrare in molti Android”: sono le parole di Rex Kiser, detective della polizia di Forth Worth.
Tuttavia, Apple sembra aver aumentato di molto il livello di sicurezza con gli iPhone 11.