Google multata dall’UE per comportamenti anticoncorrenziali: ora sui dispositivi Android dovrà far scegliere quale motore di ricerca usare

Google non può imporre il proprio motore di ricerca. Lo ha stabilito l’Unione Europea, che dopo aver pesantemente multato l’azienda per comportamenti anticoncorrenziali (6 miliardi di euro, ndr) ha chiesto al gigante di Mountain View di informare tutti gli utenti europei che posseggono un dispositivo Android di non essere obbligati ad usare le app del robottino verde di BigG.
Vuoi rimanere aggiornato su tutte le ultime news? Iscriviti al nostro canale Telegram!
Lo scorso mese di aprile, tramite uno dei tanti aggiornamenti del Google Play Store, sono comparse un paio di nuove pagine che informavano gli utenti in merito a questa opportunità.
Di fatto, Google informava gli utenti della possibilità di scegliere servizi di ricerca aggiuntivi per il proprio dispositivo oltre a Google Research. L’elenco metteva a disposizione quattro motori di ricerca di terze parti, ovvero Qwant, Duck Duck Go, Ecosia Browser e Ceznam.cz.
Oltre a ciò, Google rendeva noto agli utenti europei che era possibile scegliere anche altri browser Web per il proprio dispositivo, e non necessariamente Google Chrome. Quali, ad esempio? Firefox e Microsoft Edge sono quelli più gettonati, ma BigG menzionava anche Opera Web Browser e Puffin Web Browser.
Stando a quanto affermato dal sito The Verge, a partire dal prossimo 1 marzo questa libertà di scelta verrà garantita anche agli utenti europei, che avranno così a disposizione le pagine informative del colosso di Mountain View.